mercoledì 19 giugno 2013

Gli alberi che vengono piantati: i versi di Nazim Hikmet nella promessa dei bambini di Gezi Park

    

Alla vita

Prendila sul serio (la vita)
ma sul serio a tal punto
che a settant'anni pianterai un olivo
non perché resti ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
e la vita peserà di più sulla bilancia.
 Nazim Hikmet 

Resoconto presentazione "Quaderni d'inverno" presso la fondazione "La Casa di Annalaura" - Vallo della Lucania (SA) - 05/06/2013




Mercoledì  5 giugno 2013 ho partecipato, presso la fondazione "La Casa di Annalaura" di Vallo della Lucania (SA), all'incontro "Amabili letture" a cura del gruppo aperto degli amanti della lettura che fa stare bene.  
“SENTIERI e PENSIERI”
Racconti ed esperienze di trekking in giro per il Cilento
a cura di Luigi Puglia
“I PAESAGGI dell’anima in poesia ”
con  Stefano Ferrara 


Un breve estratto del mio intervento:
"Per poter spiegare una poesia e i paesaggi che la compongono, bisogna saper cogliere le sfumature, anche se la poesia l’hai scritta tu ed apparentemente la possiedi. La poesia è composta di sfumature, di molteplici sfumature, così come di molteplici sfumature è composto un paesaggio. La poesia è un paesaggio, può trattarsi di un fiume in piena, di un bosco fitto di alberi e di fragori, può essere un sentiero sterrato in terra battuta che si agita al primo passaggio oppure una terra desolata dove non cresce nulla. Nella maggioranza dei casi è un paesaggio attonito che nasce da una fortuita commozione e che però ha radici profondissime ed indissolubili. Ma, nonostante queste caratteristiche, la poesia consente, tramite questa suggestione, di affliggere un dolore, lo scavalca e ti consente di riemergere. Ed è in questa specifica fase che si verifica un nuovo slancio, che si propagano nuove ed incontenibili voglie, che si manifesta un erotismo forza motrice degli eventi. Ecco, volendo sbilanciarsi, se c’è un obiettivo che la poesia intende raggiungere è proprio questo, aiutare la gente, chi scrive, chi legge, a riconoscere la bellezza autentica. La stessa bellezza che si ricerca nella visione di un paesaggio. La funzione della poesia è spesso terapeutica anche se non te ne accorgi."


 

martedì 11 giugno 2013

Assegnare uno spazio di prestigio per le attività di Casa della Poesia. FIRMA LA PETIZIONE!

A Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno.
APPELLO PER SALVARE CASA DELLA POESIA

Casa della poesia corre il rischio di chiudere dopo 17 anni di attività a livello internazionale!

Dopo aver organizzato più di 50 grandi eventi, ospitato centinaia di poeti di ogni parte del mondo, pubblicato libri, tessuto relazioni con Istituti e Ministeri della cultura di numerosi paesi, con Università e scuole di ogni ordine e grado, realizzato incontri, letture, presentazioni, proiezioni nel nostro territorio e in diverse città italiane e straniere, Casa della poesia è stata totalmente abbandonata dalle istituzioni.

Nata come un progetto di promozione e diffusione della poesia, oggetto di analisi e di studio, presa ad esempio e osservata con ammirazione da numerose realtà, Casa della poesia ha organizzato, gestito e condiviso una biblioteca internazionale che dispone di oltre 15.000 volumi, un archivio sonoro e video sulla poesia tra i più ampi del mondo, un laboratorio di produzione audio e video, un sito web, una raccolta di opere d'arte ed una casa alloggio che ha ospitato nomi prestigiosi della poesia e della cultura nazionale ed internazionale.

Un grande patrimonio di conoscenze, esperienze, materiali, relazioni nell’indifferenza delle nostre istituzioni, rischia di scomparire.

Con questo appello chiediamo che venga assegnato a Casa della poesia uno spazio adatto a proseguire le sue numerose attività.
Cordiali saluti.
 
INVIA QUESTA LETTERA AL SINDACO DI SALERNO VINCENZO DE LUCA: sindaco@comune.salerno.it
 

lunedì 10 giugno 2013

Resoconto Reading "Quaderni d'inverno" Cantina del Serio - 10/05/2013




 

 

Ecco un estratto del mio intervento:


"Inizierei da una grande poetessa italiana del novecento, Alda Merini che pronunciava queste parole: “E allora il poeta deve parlare, deve prendere questa materia incandescente che è la vita di tutti i giorni, e farne oro colato… La poesia dovrebbe essere un fenomeno molto più extraconiugale, diciamo un fenomeno collettivo. Per carità, non tutti hanno voglia, tornando dal lavoro, di leggere i poeti, che Dio ce ne guardi. Però la poesia educa il cuore, la poesia fa la vita, riempie magari certe brutte lacune, alle volte anche la fame, la sete, il sonno. Magari anche la ferita di un grande amore, un amore che è finito, oppure un amore che potrebbe nascere.” Con queste parole Alda Merini, che era per eccellenza una visionaria, la poetessa della follia, della schizofrenia, del manicomio dei sensi e anche del manicomio vero e proprio, raccoglie l’aspetto forse più reale della poesia, ossia la capacità, attraverso lo scorrimento delle parole e la loro promiscuità, di consentire una rinascita, di ricomporre, così, senza preavviso, l’animo umano. E questo capita a chi la scrive ma anche a chi la legge la poesia. La poesia inevitabilmente si avvale del sogno e anzi diventa veicolo del sogno, ma non soltanto del sogno inteso come rovesciamento di tutti gli ambiti precostituiti, del sogno come utopia irraggiungibile (anche se talvolta inseguendo con fervore l’utopia ci si arricchisce e si arriva quasi sempre a sfiorarla), ma del sogno inteso come proiezione, come capacità di disegnare il futuro in base anche a qualcosa di concreto, non solo costruito in un’ottica immaginaria, facendo ricorso alla fantasia più pura. La fantasia non è soltanto un anticorpo, non è il fiore all’occhiello del poeta, dello scrittore, del sognatore o di colui che propende al progresso umano e si ribella. La fantasia è invece il prodotto di questo mondo, deriva e nasce grazie alle incapacità e all’assurdità di questa società, di questa classe dirigente, di questa classe politica, deriva dal mondo profanato nella sua autenticità dalle logiche del consumo, dalla distruzione della natura (sempre per il consumo di cui prima), dagli stereotipi e dai modelli culturali basati sul compromesso morale. La fantasia nasce dal singolo apparentemente ma non la sprigiona il singolo, la sprigionano questi fenomeni, il mondo in cui viviamo. C’è da notare come ormai il confine tra la fantasia ed il sogno reale, che per me coincide con la poesia, con la scrittura, con la sensibilità, con l’arte in generale, è diventato sempre più sottile. Ormai un tuo pensiero, una tua idea, un tuo principio, un tuo spunto, la tua creatività è frutto di fantasia come tutto il resto, non fa parte di un emisfero realizzabile o raggiungibile. Perché così è stato deciso. Ed ecco che ti pongono un’etichetta e ti relegano in una nicchia dove puoi blaterare in libertà. Ma la tua è fantasia perché l’hanno deciso gli altri, non perché esprimi qualcosa di irraggiungibile, di metafisico, paranormale o perché racconti favole e vorresti applicarle alla vita reale. La fantasia ti appartiene, così possono dire che sei fuori dalla realtà. Noi siamo la fantasia, la fantasia mortificata, che ha più punti di contatto con la realtà delle loro logiche."

 






Nelle immagini caricate, Roberto Valletta (voce) e Valentino Rizzo (chitarra) danno vita al Reading.
 



giovedì 6 giugno 2013

Resoconto presentazione "Quaderni d'inverno" Feltrinelli Salerno - 29/04/2013


La mia prima presentazione in assoluto e quell'impossibilità di avvertire emozioni portentose, quelle che ti stravolgono e che ti costringono ad una prova di resistenza. Tutto fluido, roba da perfezionisti. Qualcosa che non mi appartiene.






 
Un ringraziamento sentito è rivolto a Gianni D'Amato e Maria Scognamiglio, curatori del Reading, e a Paolo D'Amato, che ha realizzato la prefazione di Quaderni d'inverno e che è intervenuto a margine dell'incontro con i lettori sfoderando le sue più profonde riflessioni. Di seguito, una nostra foto.
 
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